Il termine “acropoli” letteralmente significa “città alta”. Originariamente, infatti, aveva una funzione prevalentemente militare. Ma gli ateniesi preferiscono ricordarla come il luogo in cui avvenne il primo esperimento democratico: quello che sottomise al volere del popolo addirittura le divinità!
I pretendenti al ruolo di nume tutelare della città erano due: Atena, dea della saggezza, e Poseidone, dio del mare. Guidati dal mitico re Cecrope, mezzo uomo e mezzo serpente, i cittadini decisero di optare per il candidato che offriva i doni migliori: Poseidone promise che, se fosse stato scelto, avrebbe assicurato agli ateniesi la vittoria in battaglia e il predominio sul mare. Poi batté a terra il tridente e fece scaturire sull’acropoli una sorgente d’acqua da cui uscì una creatura mai vista, potente quanto veloce: un cavallo!
Gli ateniesi rimasero impressionati dalla potenza del dio (anche se, a voler essere pratici, l’acqua di sorgente è utile se è dolce… sopratutto in Attica, dove le piogge sono scarse). Atena decise di puntare su una linea meno spettacolare ma più pragmatica: promise agli ateniesi la sapienza, la maestrìa nell’uso del telaio, la pace e la prosperità. Percosse la terra con la sua lancia e ne scaturì un albero di olivo. Finalmente una proposta concreta!
A furore di popolo, Atena venne acclamata nume tutelare della città di Atene, che non a caso porta il suo nome.
Una leggenda che molti politici d’oggi dovrebbero rispolverare. Magari proprio con una bella visita all’Acropoli! Tanto è facilmente raggiungibile anche con i mezzi pubblici da qualsiasi zona di Atene e la si trova aperta già dalle 8 del mattino (salvo particolari festività). E’ saggio muoversi nelle prime ore del giorno, perché già ad aprile il sole d’Attica anticipa l’estate e sull’Acropoli le zone d’ombra scarseggiano; quindi cappellino, occhiali da sole, acqua sono obbligatori.
La passeggiata non è particolarmente complessa, possono farla anche i bambini, ma richiede scarpe comode (sembra scontato ma in quest’occasione abbiamo incontrato avventori con infradito e tacchetti) oltre ad un po’ di pazienza: i visitatori ansiosi di ammirare il Partenone arrivano a frotte da tutto il mondo!
La prima importante “ristrutturazione” del complesso è avvenuta intorno al 480 a.C. , dopo che l’Acropoli era stata quasi interamente distrutta dai Persiani, storici avversari dei Greci. Una volta sconfitto il temibile nemico, l’Acropoli tornò a nuova vita: il tiranno Pericle fece costruire il Partenone come ringraziamento ad Atena parthenos per aver protetto la città. Allo stesso periodo risalgono i Propilei, l’Eretteo, il tempio di Athena Nike (vittoriosa).
Gli elementi decorativi più preziosi sono stati trasferiti al Museo dell’Acropoli; altri sono ancora oggi conservati al British Museum. Tra questi, i cosiddetti “Marmi di Elgin”, che comprendono le metope che decoravano l’architrave del Partenone e che rappresentano la guerra di Troia e la lotta tra uomini, dei , giganti e centauri; fregi che narrano la nascita di Atena, le feste panatenaiche, la disputa tra Atena e Poseidone. Da anni il governo greco chiede al Regno Unito la restituzione di questi capolavori.
La saggezza e l’ulivo di Atena, purtroppo, non li hanno ancora convinti.