Diverse sono state le teorie formulate per spiegare ciò che stimola gli uccelli ad intraprendere lunghi e pericolosi viaggi.
Attualmente la maggior parte degli ornitologi ritiene che la più importante sollecitazione alla base della migrazione sia determinata dal fotoperiodo, ovvero dalle variazioni delle ore di luce nell’arco della giornata.
Il meccanismo ormonale che si avvia nell’organismo dell’animale al variare del fotoperiodo, determina la predisposizione alla partenza o istinto migratorio, il quale si manifesta sotto l’influsso delle condizioni atmosferiche o l’azione di altri fenomeni.
Di non facile comprensione, è la capacità di orientarsi degli uccelli durante le migrazioni e si ritiene debba trattarsi di una capacità innata dovuta a fattori ereditari.
Ma una tale spiegazione non pare da sola sufficiente ed è ragionevole supporre che altre facoltà ed altri fattori concorrano in maniera determinante nell’orientamento.
Si può parlare di orientamento di direzione primario, basato su indicazioni astronomiche (es. il sole o le stelle) e di un orientamento secondario basato sulle condizioni locali topografiche, che guidano gli uccelli durante la migrazione.
Questo aspetto della vita degli uccelli, come d’altronde il problema della fisiologia dell’impulso migratorio, conserva ancora dei punti misteriosi e non sufficientemente indagati. Molto ancora vi è da dire sull’argomento ed i recenti risultati acquisiti non possono che spronare gli ornitologi di tutto il mondo ad una più approfondita indagine futura, che riveli completamente questo affascinante aspetto della vita degli uccelli.