La prima volta che vidi questo piccolo Estrildide rimasi affascinata da quel bel colore rosso mattone del maschio e dalle dimensioni così piccole, circa otto cm., tanto che non potei resistere dal portarmi a casa una bella coppia.
Alloggiai i due piccoli Amaranto nella mia voliera di 130 x 130 x 200 cm. insieme ad altri piccoli esotici quali Diamante Mandarino, Guancia Arancio e Cordon Blu. L’inserimento nel nuovo ambiente fu ben gradito e si ambientarono immediatamente. La loro dieta non si discosta da quella classica per esotici: misto di semi, pastoncino morbido, osso di seppia, grit, acqua fresca tutti i giorni e di tanto in tanto qualche insetto vivo.
Nonostante la territorialità del maschio durante il periodo riproduttivo, la convivenza dell’Amaranto del Senegal con le altre specie di esotici presenti in voliera non ha dato problemi e la coppia si è adattata perfettamente con il resto del gruppo. Devo dire che sono stata fortunata a trovare questi due soggetti poiché fin dall’inizio hanno dimostrato un affiatamento senza eguali.
L’Amaranto del Senegal non possiede un canto vero e proprio ma piuttosto un sibilo soffuso composto di vari fraseggi con i quali entrambi i sessi si chiamano ripetutamente, soprattutto all’imbrunire quasi come fosse un segnale a tornare al posatoio preferito dove trascorrere la notte.
Durante la fase di corteggiamento, il maschio esegue una danza nuziale tenendo nel becco un filo d’erba, gonfia le sue piume ed apre la coda, ondeggiando in bella mostra al cospetto della sua compagna. Dopo questa fase, il maschio si mette alla preparazione del nido preferendo, nel mio caso, nidi ben chiusi come quelli in legno a cassetta per piccoli esotici. La femmina, che differisce dal maschio per il colore marrone della livrea, depone dalle 3 alle 4 uova che vengono covate da entrambi i genitori per circa 14 giorni.
Non nascondo che all’inizio non è stato poi così facile far riprodurre gli Amaranto, anche perché mi ero preposta che allevassero in purezza ed ho quindi preferito che facessero tutto da soli.
Ho dovuto attendere non poco prima che si decidessero a riprodursi (più di un anno) e poi, una volta riprodotti veniva la parte più difficile, la cova e l’allevamento della prole.
Diciamo che la parte riguardante la cova non ha mai dato problemi, anzi, entrambi i genitori hanno sempre covato in modo esemplare fino alla schiusa. Diversamente, però, una volta nati i pulli, questi venivano tragicamente scaraventati fuori dal nido mettendo a dura prova la mia pazienza. Sfortunatamente in queste due occasione non sono riuscita ad arrivare in tempo per salvare i pulli.
Non ho mai compreso il motivo di tale comportamento, forse mancanza di cibo a loro più congeniale? Avevo messo a loro disposizione varie soluzioni come paté d’insetti, pastoncino morbido e qualche tarma della farina proprio perché sapevo che questa specie, come pure molte altre, durante i primi giorni nutrono i pulli con prede vive e quindi ricche di proteine.
Ormai mi ero già rassegnata e pensai che non sarei più riuscita a raggiungere l’obiettivo quando, trascorsi circa tre mesi, vidi uscire da un nido tre piccoli novelli di Amaranto del Senegal. Non potete immaginare lo stupore e, al tempo stesso, la gioia che provai in quel momento, avevano fatto tutto da soli! Praticamente, senza che me ne rendessi conto avevano intrapreso un’altra covata e questa volta senza la preventiva somministrazione di alcun insetto vivo!
Da lì ne seguì un’altra, anch’essa andata a buon fine, che tenni costantemente sotto controllo.
Alla nascita i pulli presentano un colore della pelle piuttosto scuro, ma la cosa che più impressiona è la loro dimensione, decisamente minuscola. Il maschio di Amaranto dimostra ottime doti di allevatore, covando per più ore ed accudendo alla prole in maniera maggiore rispetto alla femmina.
Ritengo, comunque, doveroso sottolineare che la percentuale di sopravvivenza dei pulli, una volta usciti dal nido, è stata del 50% circa. Penso che il problema sia dovuto alla precocità con la quale i pulli escono fuori dal nido e che sia proprio questo il fattore determinante, almeno in base alla mia esperienza: nell’ultima covata (e penso anche in quella precedente) i pulli sono usciti dopo circa 16 giorni e sono stati proprio gli ultimi nati, i più piccoli e deboli, a “farne le spese”.
In conclusione, l’Amaranto del Senegal è una specie molto robusta e rustica che, sen ben acclimato, può vivere anche in voliera all’aperto tutto l’anno, come nel mio caso. Senza alcun dubbio occupa un posto di rilievo nel mio piccolo allevamento e, nonostante le numerose delusioni incontrate all’inizio, le soddisfazioni hanno di gran lunga oltrepassato qualsiasi aspettativa.
Se, però, si vuole allevare l’Amaranto del Senegal in purezza bisogna mettere in conto non pochi sacrifici e tanta, tanta, pazienza.